Vladimir Di Stefano
Giusto ricordare la special relationship cercata da Salvini in questi anni con Putin, ma non dimentichiamoci degli altri
È giusto ricordare la special relationship cercata da Salvini in questi anni con Putin (io l’ho fatto domenica in questo articolo). Ma non dimentichiamoci degli altri.
Questo è Manlio Di Stefano, che nel 2016 - capogruppo della Commissione Affari Esteri del M5s - rivendicava garrulo “tre anni di politica estera libera”.
Dopo tre anni di proposte e duro lavoro, il M5S ha, oggi, un peso nazionale e internazionale sempre maggiore.
Rispetto alle scelte imposte da amicizie e trattati precostituiti, la nostra politica estera ha segnato un chiaro cambio di passo nella tutela degli interessi strategici nazionali e del popolo che, noi portavoce, dobbiamo rappresentare.
La maggiore attenzione verso il nostro lavoro ha portato ad un netto aumento delle richieste di incontri internazionali col nostro gruppo.
Per questo ho accolto l’invito di “Russia Unita“. Rappresenterò il M5S nei lavori congressuali del partito di maggioranza governativa in Russia che inizieranno oggi, domenica 26 giugno, e vedranno lapresenza del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, del Primo Ministro Russo Dmitriy Medvedev e di oltre 40 delegazioni internazionali.
Come capogruppo della Commissione Affari Esteri del M5S, potrò anche rivendicare tre anni di politica estera libera, indipendente e sovrana portata avanti ogni giorno nelle istituzioni.
Proverò a trasmettere la nostra voce. Parlerò di tutti i lavori compiuti in questi anni: dal nuovo mondo con i BRICS alla ridiscussione della partecipazione italiana all’interno della NATO; dalla nostra ferma condanna alla militarizzazione dell’est europeo alla nostra proposta di cooperazione con Mosca contro il terrorismo e, infine, dalla nostra ferma condanna al colpo di stato avvenuto in Ucraina nel 2014 alla battaglia contro le sanzioni inflitte alla Russia, costate all’Italia, ricordo, 3.6 miliardi di euro in due anni e il fallimento di decine di nostre aziende.
Porterò tutto questo a Mosca. Un’altra politica estera per il nostro Paese è possibile. Una politica che considera la Russia un partner commerciale, economico, culturale e storico imprescindibile per il futuro dell’Europa e delI’Italia così come gli altri attori internazionali atlantici e non.
Un interlocutore fondamentale per la risoluzione delle gravi crisi internazionali di Iraq, Siria, Libia e Yemen.
Un paese amico per la costruzione di un nuovo mondo multipolare da realizzare attraverso i princìpi del rispetto della sovranità, dell’autodeterminazione dei popoli e di un modello di globalizzazione giusto e bilanciato.
Non dimentichiamoci neanche di questa intervista del 2017 alla Stampa, nella quale Di Stefano magnificava le doti putiniane: “Putin è un partner strategico nella lotta al terrorismo, non vederlo è cecità. Assieme ad Assad ha vinto la guerra in Siria”.
Il resto, qui.