Nelle carceri italiane ci sono 62.110 detenuti
Qualche giorno fa il ministero della Giustizia ha aggiornato i dati sul numero di detenuti presenti all’interno delle carceri italiane.
Al 31 ottobre 2024 c’erano 62.110 detenuti.
Un numero assai elevato.
“Era dal 2013, cioè dall'anno della Sentenza Torreggiani con cui la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo aveva condannato l'Italia per i trattamenti inumani e degradanti generalizzati nelle carceri italiane, che non si registravano numeri così elevati”, afferma Patrizio Gonnella, presidente di Antigone: “Solo nell'ultimo anno sono quasi 3.000 i detenuti in più presenti nelle carceri, laddove i posti disponibili conteggiati dal Ministero della Giustizia sono 51.196, mentre a metà ottobre sappiamo che tra questi 4.445 non lo erano realmente”.
In 23 delle 73 carceri visitate da Antigone nell'ultimo anno sono state trovate celle che non rispettavano il parametro minimo dei 3mq. Una condizione riconosciuta dagli stessi Tribunali di Sorveglianza italiani che sistematicamente condannano l'Italia. Nel 2023, su 9.574 istanze per sconti di pena ne avevano decise 8.234 e di queste accolte 4.731 (il 57,5%).
“Le politiche governative, a partire dal ddl sicurezza, non fanno altro che spingere il sovraffollamento carcerario”, dice ancora Gonnella: “Per questo chiediamo in prima istanza di bloccarne l'approvazione. Poi di prendere immediati provvedimenti al fine di ridurre il numero di persone detenute e garantire la legalità del sistema penitenziario, dove oggi ci sono 15.000 persone che non hanno un posto regolamentare, e condizioni di lavoro dignitose per gli operatori, su cui si stanno scaricando le conseguenze delle attuali politiche penal-populistiche".
Oltre ai 62 mila mila detenuti in carcere, al 31 ottobre 2024 c’erano 140.774 persone sottoposte a misure alternative, pene sostitutive, libertà vigilata, eccetera.
Un numero enorme, cresciuto nel tempo, utile a capire quanto sia vasta l’area dell’esecuzione penale in Italia.
Non ci si deve dunque stupire dei reiterati episodi di protesta nelle carceri italiane, come quello piuttosto scenografico di qualche settimana fa a Regina Coeli. Per non parlare degli 80 suicidi tra i ristretti.
Il triste record del 2022, 84 suicidi, rischia di essere superato da qui alla fine dell’anno.
A proposito di proteste nelle carceri. Ieri è stato il turno del carcere di Cuneo, dove, ha spiegato la Stampa ieri nella sua edizione online “detenuti di due sezioni differenti sarebbero venuti alle mani e uno di loro ha successivamente raggiunto il tetto di uno degli edifici all’interno del perimetro della struttura carceraria”. Un agente della polizia penitenziaria “è stato aggredito e trattenuto dai rivoltosi, ma è riuscito a divincolarsi e a fuggire. Un collega, che nel chiudere lo spioncino di una cella, sarebbe stato ferito a un occhio da un altro detenuto”, ha spiegato ancora La Stampa.
La vita in carcere, come si capisce da questo nuovo episodio di tensione, non è incredibilmente complessa solo per i detenuti.
Ma anche per gli agenti di polizia penitenziaria. Anche loro, a loro volta, dei reclusi.