Ma vi ricordate quando un tempo qua era tutta campagna (sui decreti sicurezza)?
Quando c'era Salvini al governo, il centrosinistra gridava al fascismo ogni giorno. Adesso, che governa, no. Eppure non è cambiato niente
Ma vi ricordate quando un tempo qua era tutta campagna (sui tutti decreti sicurezza)? Quando da una parte c’era il governo Conte 1 con Lega e Cinque stelle, il ministro dell’Interno era Matteo Salvini, il presidente del Consiglio sempre Beppe Conte, e il Pd organizzava le barricate contro i provvedimenti salviniani fascisti?
Ecco, con il governo Conte 2 non è cambiato niente.
C’è ancora Beppe Conte, il ministro dell’Interno è un altro, il Pd è al governo e la Lega all’opposizione. Ah già, anche i Cinque stelle sono sempre lì, come i decreti sicurezza. La cui modifica o finanche cancellazione era stata chiesta con insistenza dal Pd finché Salvini era al governo. Adesso è rimasto, coerentemente, soprattutto il deputato Matteo Orfini a chiedersi perché la maggioranza di governo non ci abbia ancora messo mano. Nel frattempo si sono susseguiti molti annunci a firma Zingaretti, nel tentativo di rassicurare il popolo:
“Con la chiusura del lavoro programmatico si è fatto un altro passo avanti per un Governo di svolta. Ridurre le tasse sul lavoro, sviluppo economico, green economy, rilancio di scuola, università e ricerca, modifica radicale dei decreti sicurezza. Ora andiamo a cambiare l’Italia” (3 settembre 2019).
“I decreti Salvini si cambiano, come ha già annunciato la ministra Lamorgese, a gennaio. Forse si sarebbe potuto fare prima ma siamo entrati dentro il tunnel della legge di bilancio e non è stato possibile. Però non chiamiamoli ‘decreti sicurezza’ perché con la sicurezza non avevano niente a che fare. Questo è l’unico governo che ha raddoppiato le risorse per il contratto delle forze dell’ordine e pagato gli straordinari a polizia e carabinieri” (7 gennaio 2020).
Il tunnel della legge di bilancio, il tunnel del coronavirus, il tunnel del M5s che non vuole cambiarli. C’è sempre qualche ragione per lasciare tutto com’è.
Eppure le cronache ricordano che all’assemblea del Pd di Bologna il deputato Orfini presentò quattro ordini del giorno, raccogliendo centinaia di firme. Uno di questi era sull’abrogazione dei decreti sicurezza. Il segretario del Pd dovette accoglierli e nelle conclusioni urlò che lui avrebbe dato seguito alla parola data, perché è giusto e perché i problemi si risolvono e non si usano per avere visibilità.
Risultato: siccome il Pd non ha la forza politica per abrogare i decreti sicurezza – il M5s non vuole, Conte nemmeno – è rimasto tutto come quando c’era Salvini. Solo che adesso non si può gridare al fascismo.
Update, 16:30:
Zingaretti ci prende per fessi:
“Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori era abbastanza prevedibile. Era chiaro da mesi che gli effetti dell'epidemia, anche dal punto di vista economico e sociale, avrebbero posto in forma inedita questo tema. Sono scenari che il Governo deve valutare con la più grande attenzione. Ora occorre un impegno straordinario su più fronti: nel campo dell'accoglienza, del collocamento in Europa e in Italia dei flussi, di presenza politica e chiarezza nei confronti dei Paesi di partenza, a cominciare dalla difesa dei diritti umani, dalla ricostruzione della rete di accoglienza in Italia. Solidarietà e sicurezza sono valori che possono e debbono andare di pari passo. Per la verità sono mesi che poniamo questi temi. Ora ribadiamo, occorre lavorare affinché il Governo urgentemente e nella sua interezza affronti in maniera adeguata questa complessa materia”.