Ma il centro esiste?
"È quell’area alla quale la Repubblica ha sempre attinto per evitare il disastro", scrive Paolo Ermini. Occhio a irriderla.
di Paolo Ermini
Ma il centro esiste? E se esiste dov’è? Con la pandemia non pochi osservatori avevano profetizzato un terremoto nell’assetto della politica italiana; l’opinione prevalente era che niente sarebbe stato più come prima anche in questo campo della vita del Paese, soprattutto per il legame radicalmente mutato (in meglio) con l’Unione Europea e per il riassetto dovuto alla gestione del Recovery Fund. Secondo la previsione prevalente alle prossime elezioni gli italiani di sarebbero trovati insomma di fronte a schieramenti in gran parte nuovi rispetto alle ultime politiche.
Di questo terremoto però non si era vista traccia fino a tre giorni fa, quando abbiamo assistito allo strappo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, che sembra voler andare avanti con il suo progetto. Questo può significare una cosa sola: comunque si chiamerà, ci sarà un partito che farà capo all’ex presidente del Consiglio. Ma con quali obiettivi? E soprattutto verso quale direzione politica si orienterà? Il M5S si è sempre proclamato né di sinistra né di destra, difficilmente il partito di Conte potrà presentarsi con la stessa non-identità. E quindi? Guarderà a sinistra? O un po’ a sinistra è un po’ al centro? Già, il centro. Torna la domanda iniziale: c’è il centro? Si vede? Sui social non mancano i commenti sarcastici di chi dà il centro disperso per sempre, oppure esistente ma in funzione di puro alibi per coprire le intenzioni delle destre dure e pure, mentre a sinistra del centro sarebbe rimasto semplicemente un trattino. Nell’analisi c’è del vero, se si giudica in base alle attuali forze che si definiscono di centro.
Però occhio alle semplificazioni. E agli abbagli. Il “Centro” non è tanto la somma dei partiti (o partitini) che lo popolano, quanto uno spazio politico che definisce quell’area di opinione che, in Italia e non solo, spesso ha deciso vincitori e vinti. Ma sopratutto è quell’area alla quale la Repubblica ha sempre attinto per evitare il disastro. E’ accaduto con Mario Monti (che con il coraggio delle decisioni impopolari salvò il Paese, checché ne dicano i denigratori), ed è successo con Mario Draghi, al quale è toccato gestire il Recovery Plan, il più massiccio programma di investimenti di tutto il dopoguerra. Irridano pure il Centro, ma è il Centro che ci governa. Anche se non se qualcuno non se n’è accorto.