Ma che cosa sta succedendo ai Giovani Democratici?
I Giovani Democratici del Municipio 1 di Milano hanno organizzato, per il prossimo 15 febbraio, un incontro al Circolo Pd Aniasi dal titolo “Colonialismo & Apartheid in Palestina. Una lunga storia di occupazione illegale e Resistenza”.
Tra gli ospiti, Francesca Albanese, Ibrahim Youssef (guardate e ascoltate il video linkato, ci troverete un favoloso Alessandro Di Battista che cita Bettino Craxi), Alae Al Said, Moni Ovadia, Daniele Garofalo.
“In questa iniziativa organizzata dai GD Milano del Municipio 1, non c’è un riferimento che sia uno su Hamas e sugli attacchi del 7 ottobre”, dice Daniele Nahum, consigliere comunale del Pd a Milano: “Sono state invitate persone che sulla questione sono poco credibili e le loro posizioni non sono per nulla equilibrate. Chiedo al più presto che venga chiarita la linea nelle sedi opportune perché per quel che mi riguarda è irricevibile”, dice ancora Nahum.
Altra città, altri Giovani Democratici, altra iniziativa. Solito clima.
Oggi, alle ore 18, al Circolo Pd di San Lorenzo, a Roma, Luisa Morgantini e Jamal Zakout dialogano con Francesca Del Bello (presidente del Municipio II), Jasmine Cristallo (Direzione nazionale del Pd), Caterina Cerroni (Giovani Democratici), Gianluca Bogino (assessore alle Comunità straniere del Municipio II). Saluti di Marco Menconi, segretario del circolo Pd di San Lorenzo.
Luisa Morgantini - europarlamentare dal 1999 al 2009 di Rifondazione Comunista - è presidente di AssoPacePalestina, associazione che sul suo sito rilancia la propaganda di Hamas. Il 21 gennaio scorso ha pubblicato un comunicato dell’ufficio stampa di Hamas: “Il documento politico-ideologico pubblicato da Hamas: ‘La nostra posizione. L’Operazione Al-Aqsa Flood’” (vale a dire l’attacco terroristico del 7 ottobre scorso). Lo trovate qui.
Il “documento” è diviso in cinque parti ed è rilanciato dall’associazione senza alcun tipo di contestualizzazione o presa di distanza.
Qualcuno degli interlocutori di Morgantini farà notare che la sua associazione pubblica così com’è la paccottiglia propagandistica di Hamas, che si auto presenta come “un movimento islamico di liberazione nazionale e di resistenza palestinese. Il suo obiettivo è liberare la Palestina e affrontare il progetto sionista”?
Alla luce delle accuse e delle affermazioni inventate da “Israele” sull’Operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre e sulle sue ripercussioni, noi del Movimento di Resistenza Islamica – Hamas chiariamo quanto segue:
1. L’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre ha preso di mira i siti militari israeliani e ha cercato di arrestare i soldati del nemico per fare pressione sulle autorità israeliane affinché rilasciassero le migliaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane attraverso un accordo di scambio di prigionieri. Pertanto, l’operazione si è concentrata sulla distruzione della Divisione Gaza dell’esercito israeliano e i siti militari israeliani di stanza vicino agli insediamenti israeliani intorno a Gaza.
2. Evitare di fare del male ai civili, specialmente ai bambini, alle donne e agli anziani, è un impegno religioso e morale di tutti i combattenti delle Brigate Al-Qassam. Ribadiamo che la resistenza palestinese è stata del tutto disciplinata e impegnata nei valori islamici durante l’operazione e che i combattenti palestinesi hanno preso di mira solo i soldati dell’occupazione e coloro che portavano armi contro il nostro popolo. Allo stesso tempo, i combattenti palestinesi hanno cercato di evitare di danneggiare i civili, nonostante il fatto che la resistenza non possieda armi precise. Inoltre, se c’è stato qualche caso di attacco ai civili, è avvenuto accidentalmente e nel corso del confronto con le forze di occupazione.
Sin dalla sua fondazione nel 1987, il Movimento Hamas si è impegnato ad evitare danni ai civili. Dopo che il criminale sionista Baruch Goldstein, nel 1994, commise un massacro contro i fedeli palestinesi nella moschea di Abramo, nella città occupata di Hebron, il Movimento Hamas ha annunciato un’iniziativa per evitare che i civili fossero il bersaglio dei combattimenti da parte di tutte le parti, ma l’occupazione israeliana l’ha respinta e non ha rilasciato alcun commento in merito. Il Movimento Hamas ha anche ripetuto più volte questi appelli, ma l’occupazione israeliana è rimasta sorda e ha continuato a colpire e uccidere deliberatamente i civili palestinesi.
3. Forse si sono verificati alcuni errori durante l’attuazione dell’Operazione Al-Aqsa Flood, a causa del rapido collasso del sistema di sicurezza e militare israeliano e del caos provocato lungo le zone di confine con Gaza.
Come riferito da molti testimoni, il Movimento Hamas ha trattato in modo positivo e gentile tutti i civili che sono stati trattenuti a Gaza, e ha cercato fin dai primi giorni dell’aggressione di rilasciarli, come è avvenuto durante la tregua umanitaria di una settimana, in cui questi civili sono stati rilasciati in cambio della liberazione di donne e minori palestinesi dalle carceri israeliane.
4. Le affermazioni promosse dall’occupazione israeliana, secondo cui le Brigate Al-Qassam il 7 ottobre avrebbero preso di mira i civili israeliani, non sono altro che bugie e falsificazioni. La fonte di queste affermazioni è la narrazione ufficiale israeliana e nessuna fonte indipendente le ha provate. È noto che la narrazione ufficiale israeliana ha sempre cercato di demonizzare la resistenza palestinese, legalizzando al contempo la sua brutale aggressione a Gaza.
Magnifico, nevvero?
Ma che cosa sta succedendo ai Giovani Democratici?
Update:
L’incontro di Milano non si terrà più nel circolo del Pd Aniasi di Milano.