L'equilibrismo di Elly Schlein
Oggi su Repubblica c’è una interessante intervista a Elly Schlein, già vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, attualmente deputata eletta con il Pd. Da indipendente, ci ha sempre tenuto a precisare. Ora però “l’indipendenza” come categoria dello spirito - una grande ipocrisia pi-ci-ista: se vieni eletto con qualcuno, fai politica per conto di quel partito e dunque fai parte di quel partito - sembra essere messa un po’ da parte. D’altronde, Schlein potrebbe candidarsi alla guida del Pd, in nome di una riscossa della presunta società civile esterna ai partiti tradizionali che intende migliorare il rapporto fra comunità politica e pubblica opinione.
Fra le molte supercazzole di Schlein nell’intervista, ce n’è una sugli aiuti militari all’Ucraina, Stato aggredito dalla Russia di Vladimir Putin.
Favorevole a nuovi aiuti militari all’Ucraina?, le chiede Cappellini.
“Ne discuterà il Parlamento, vengo da una cultura di pace ma non ho mai criticato chi ha scelto di supportare la resistenza ucraina nella prima fase, altrimenti staremmo discutendo del tragico scenario della vittoria di Putin che riscrive militarmente i confini europei. Ma ora è una fase diversa, sono passati molti mesi e serve uno sforzo politico e diplomatico dell’Ue per il cessate il fuoco e una conferenza di pace”.Ma intanto aiuti sì o aiuti no?
“Bisogna discutere insieme i due piani, speriamo che la liberazione di Kherson possa aprire la strada a ciò che è mancato in questi mesi e che anche la piazza di Roma chiedeva”.
Senza sforzi da parte dell’aggressore il dibattito sugli aiuti non rischia di essere solo un favore a Mosca?
“Nessuna equidistanza è possibile, Putin può solo essere condannato per ciò che ha fatto. La pace serve a ristabilire i principi del diritto internazionale che lui ha violato”.
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