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Leadership trasversali che durano qualche ora
Che cosa succede quando il centrodestra in Toscana e in Emilia-Romagna presenta candidature eminentemente salviniane?
C’è una questione di cui ho parlato stamattina a La7 (sulla mia pagina Facebook trovate i miei singoli interventi nel corso della trasmissione) e che vorrei approfondire. Alcune leadership riescono a mantenere – per pochissimo, va detto – una trasversalità politica che consente ai loro partiti di far espandere i voti oltre il proprio bacino naturale. È successo a Renzi nel 2014, è successo a Salvini nel 2019. Mantenere questo consenso ampio è molto complicato (a meno che tu non sia Zaia e governi il Veneto, ma poi anche Zaia un giorno andrebbe calato a livello nazionale e le cose cambierebbero non poco; è un altro discorso, lo faremo).
In alcune zone, come Emilia-Romagna e Toscana, il centrodestra non ha proprio questo personale politico. Non può nemmeno contare sulla mitologica società civile, perché tutto sommato sempre di area politica vicina al centrosinistra o comunque nei pressi dell'ordine costituito.
Le candidature eminentemente salviniane (Susanna Ceccardi si è comportata politicamente meglio di Lucia Borgonzoni e la sua campagna elettorale è stata migliore della senatrice emiliana) possono essere dunque fermate dall’appello del centrosinistra alla mobilitazione resistenziale, che è esattamente quello che è accaduto in Toscana nelle ultime due settimane, come testimonia l’affluenza del voto in aumento domenica in aree come Firenze, Prato, Empoli.
“Le campagne elettorali sono i cinque anni di governo”, ama ripetere Zaia. A testimonianza del fatto che qualsiasi risultato conseguito nelle urne è messo in discussione il giorno dopo. Il centrodestra in Emilia-Romagna e in Toscana, nonostante le vittorie numerose ottenute in questi anni (mi riferisco soprattutto alla Toscana), non ha una sua subcultura, che poi è quello che cercavo di analizzare nel mio libro sui leghisti. Anche perché per costruirne una servono decenni di stratificazione “religiosa” del consenso. Non bastano insomma le sortite sulla sicurezza e l'immigrazione, con cui puoi vincere ma non continuare a convincere.