Le ultime Vacanze Romane
Ho appena consegnato l’ultima mia rubrica al Corriere Fiorentino, che è sempre stata la mia casa. Ho avuto il privilegio di raccontare una stagione politica e non solo
Ho appena consegnato l’ultima mia rubrica al Corriere Fiorentino, il giornale dove sono diventato giornalista professionista e dove ho scritto fin dal primo giorno della sua nascita. È stata casa mia per 13 lunghi anni, anche quando ho lasciato la redazione per intraprendere altre strade.
Non è un addio felice, non ho problemi ad ammetterlo. Dopo la defenestrazione di Paolo Ermini, si procede al progressivo smantellamento di quanto costruito in questi anni. Con fatica e con passione. I lettori fiorentini e toscani sono stati i miei amici in anni complicati che mi hanno permesso di formarmi, di crescere.
Grazie al Corriere Fiorentino ho raccontato una stagione politica e non solo. Leonardo Domenici, Matteo Renzi, la Siena che brucia, la vittoria del M5s a Livorno. E tanto altro. Lo considero un privilegio.
Mi sono divertito. Quando lasciai il Lungarno delle Grazie, uscii dalla redazione per l’ultima volta e mi misi a piangere pensando a mio nonno Pietro, dal quale si dice in famiglia che io abbia ereditato lo stesso caratteraccio. Ho sempre pensato che fosse carattere e basta, ma tant’è. Mio nonno Pietro è uno di quelli che si è fatto un culo così. Anche mio babbo si è fatto un culo così. Vengo da una famiglia di gente che si è sempre fatta un culo così.
Ho iniziato a scrivere che avevo 20 anni, mi sono sempre sentito un quarto d’ora indietro rispetto alla storia. Ho passato gli ultimi sedici anni a cercare di recuperare quel quarto d’ora e non ci sono mai riuscito. Penso che non ci riuscirò mai.
Mi è sempre piaciuta l’idea di poter avere una voce mia nella mia terra, di poter dire la mia anche stando lontano. Peccato.
Un caro saluto agli amici del Corriere Fiorentino, Alessio Gaggioli e Carlo Nicotra, e un abbraccio grande a tutti i lettori e le lettrici del Corriere Fiorentino.