La proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata
Oggi la proposta di legge n. 552 - d’iniziativa del deputato Roberto Giachetti di Italia viva, che l’ha presentata nel novembre 2022 - è arrivata in aula alla Camera per la discussione generale. La pdl sulla concessione della liberazione anticipata e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione, il cui esame in commissione è iniziato il 14 febbraio 2024, consta di 2 articoli, volti, da un lato, a aumentare da 45 a 60 i giorni di sconto di pena per ogni semestre ai fini della liberazione anticipata dei detenuti, dall’altro, affidando la relativa decisione sulla liberazione anticipata, in via principale, al direttore dell'istituto penitenziario. Inoltre si prevede di introdurre per i prossimi due anni un ulteriore aumento dei giorni di sconto di pena (da 60 a 75).
Segue l’intervento di Giachetti in aula:
La ringrazio, signor Presidente, e ringrazio il Vicepresidente Pittalis, che ha ricostruito il percorso di questo provvedimento. Forse, più che fare riferimento a febbraio, vista la situazione nella quale ci troviamo, signor Vicepresidente, signor Ministro e signor Presidente, potremmo parlare di circa 20 suicidi fa. Vista la situazione e il merito del dibattito, più che parlare di mesi fa, potremmo parlare di circa 20 suicidi fa, di circa qualche migliaio di persone in meno nelle nostre carceri rispetto ad oggi. E fa bene il Presidente a ricostruire l'impostazione che ci siamo dati insieme a Rita Bernardini, che vorrei ringraziare e alla quale vorrei esprimere, già in apertura del mio intervento, la mia solidarietà e il mio impegno nel cercare di aiutarla nel raggiungere l'obiettivo che si è data nella decisione drammatica che ha preso questa mattina di iniziare uno sciopero della fame e della sete per ottenere che il Governo dia una risposta rispetto all'emergenza a cui ci troviamo di fronte, non fosse altro che quella di dichiarare che effettivamente ci troviamo in una situazione di illegalità e di non essere in grado, di non ritenere di intervenire per interrompere questa illegalità come d'altra parte accade da tempo. Come dicevo, noi ci siamo posti rispetto a questo tema proprio perché non abbiamo nessun interesse, non solo nessuna intenzione, ma nessun interesse, signor Presidente, a piantare delle bandierine. Noi vorremmo soltanto trovare un modo - e abbiamo cercato, come spesso facciamo, di fornire una possibilità di soluzione al Governo e alla maggioranza - di trovare un modo per interrompere una situazione di illegalità nella quale il nostro Paese vive ormai da anni. Ha ripreso subito dopo la sentenza della CEDU, la sentenza Torreggiani che ha condannato l'Italia e nulla è stato fatto, salvo provvedimenti specifici emergenziali. Nulla è stato fatto per fare in modo che le cause che hanno portato a quella sentenza della CEDU fossero superate. Ci siamo posti con grande disponibilità, avevamo chiesto il voto sull'urgenza per iniziativa, lo devo riconoscere, del collega Pittalis e di Forza Italia. La maggioranza, anziché votare contro, come aveva già fatto nella Conferenza dei capigruppo, ha deciso di proporre, anziché il voto sull'urgenza, la possibilità che il sottoscritto ritirasse questa richiesta, con l'impegno di un inizio immediato di dibattito in Commissione.
E ciò, proprio perché non volevamo porre alcuna bandierina, ma ci interessava andare all'osso del problema e cercare di intervenire per risolvere un'emergenza. Lo ripeterò spesso, perché tutte le risposte che arrivano evadono il tema fondamentale: siamo in un'emergenza. Abbiamo ovviamente dato la nostra disponibilità, abbiamo ritirato la nostra richiesta d'urgenza, è iniziato il dibattito in Commissione, abbiamo fornito, come tutti gli altri, l'elenco delle persone che noi ritenevamo utile venissero ascoltate su un argomento di questo genere, arriverò anche poi a quello che hanno detto queste persone, dopodiché si sarebbe dovuto passare alla fase degli emendamenti. In quell'occasione, vorrei ricordare, ma lo ha ricordato anche il Vicepresidente Pittalis, su richiesta degli altri partiti di opposizione, è stato dato un ulteriore tempo per la presentazione degli emendamenti, perché, dopo l'ascolto del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, che non era stato possibile ascoltare nelle prime sedute, si erano aperte delle valutazioni che necessitavano un po' più di tempo per presentare degli emendamenti. Anche in quell'occasione, non ci siamo minimamente opposti, abbiamo ritenuto assolutamente utile che ci fosse la massima partecipazione, il massimo approfondimento e la massima disponibilità per ottenere che questo provvedimento in qualunque modo trovasse un esito positivo.
Ovviamente, è passato quel tempo inutilmente; ci è stato ulteriormente detto che c'erano le elezioni europee e grandi ragioni politiche di fronte a un'emergenza del genere, signor Presidente, però, siccome siamo tutti svezzati, sappiamo che ciò vuol dire: siccome c'erano le europee e c'era qualche problemino, per usare un eufemismo, all'interno della maggioranza, ci è stato chiesto di rinviare ulteriormente il dibattito, perché c'era la possibilità che all'interno della maggioranza si trovasse una composizione per giungere a una decisione su questa proposta di legge. Abbiamo acceduto anche a questo, abbiamo dato la nostra disponibilità per andare oltre le europee, adesso, però, bisogna essere seri.
L'onorevole Pittalis, ovviamente, ha parlato in quanto Vicepresidente, ma l'onorevole Sisto, che è qui presente, sa perfettamente, come sanno i colleghi della maggioranza, che non ci potete prendere in giro, perché voi sapete perfettamente che noi oggi iniziamo la discussione generale, chiedere un ulteriore rinvio avrebbe significato far saltare questa proposta di legge, senza neanche metterci la faccia, e arrivare in Aula senza il mandato al relatore per responsabilità della maggioranza che non ha trovato un accordo al suo interno - e vedremo anche perché - comporta semplicemente che questo provvedimento, senza il mandato al relatore, non avrà quell'esito normale che hanno i provvedimenti nella nostra Aula dopo che sono passati in Commissione e sarà mandato - glielo dico io, Presidente, lo verificheremo - alle calende greche a morire, senza neanche metterci la faccia. E ciò, per quanto mi riguarda, è la cosa più vergognosa che questa maggioranza potrebbe fare, a fronte di un'emergenza che è sul tavolo, a fronte della nostra disponibilità. Proprio perché è un'emergenza e proprio perché a noi interessava risolvere o provare a risolvere un problema, adesso, l'essere presi in giro e sentire chiedere un ulteriore rinvio per trovare una soluzione che non si è trovata - perché all'interno il Governo, su questo, è diviso -, ecco, francamente non lo accettiamo.
Abbiamo chiesto che si venisse in Aula e che ognuno si assumesse la sua responsabilità, ma temo che nessuno si assumerà la propria responsabilità, perché si giocherà sul fatto che il calendario è pieno e, quindi, questa proposta andrà nel dimenticatoio. Ma ci andrà la proposta, signor Presidente, non l'emergenza, che c'è. È stato tempo buttato? Non so se è stato tempo buttato, è stato, però, chiaramente, figlio di una lotta tutta ideologica che c'era all'interno della maggioranza, giocata sulla pelle, vorrei ricordarlo, non solo, dei detenuti, ma dell'intero mondo carcerario, perché questa situazione, che trova nel sovraffollamento la sua drammaticità, non colpisce soltanto i detenuti, colpisce la Polizia penitenziaria, colpisce gli educatori, colpisce gli psicologi, colpisce i medici, colpisce il volontariato. Infatti ci troviamo in una situazione - e arriviamo ai numeri - di sovraffollamento tale che, alla data del 31 maggio, come ci indicano i dati forniti dal Ministero della Giustizia, dal DAP, siamo a 61.547 detenuti su 189 istituti, con una capienza formalmente regolamentare di 51.241 posti, ma che in realtà è una capienza effettiva di 47.066 posti, perché 4.175 posti sono inagibili, a proposito dei padiglioni, ma ci arriveremo, del Ministro Nordio. Quindi, ci sono 14.471 posti mancanti e il sovraffollamento effettivo in Italia è del 130,77 per cento.
In una situazione di questo tipo che, per essere chiari, vede 96 istituti penitenziari su 189 con un sovraffollamento che va dal 130 al 229 per cento, in questi 96 istituti, 37.040 persone detenute sono sistemate in 23.669 posti, con un sovraffollamento medio del 156 per cento; 118 istituti penitenziari su 189 hanno un sovraffollamento che va dal 120 al 229 per cento; in questi 118 istituti, 43.828 persone detenute sono sistemate in 29.095 posti, con un sovraffollamento medio del 150 per cento. Diamoli questi dati, mentre loro giocano alle loro vendette ideologiche; 145 istituti di pena su 189 hanno un sovraffollamento che va dal 101 al 229 per cento. In questi 145 istituti, 53.834 persone detenute sono sistemate in 38.116 posti, con un sovraffollamento del 141 per cento. Solo in 44 istituti penitenziari non c'è sovraffollamento; si va dal 100 per cento al 39 per cento. In questi 44 istituti, in realtà 43, perché il carcere femminile di Pozzuoli è chiuso per bradisismo, 7.713 persone detenute sono sistemate in 8.950 posti. Questa è la realtà con la quale ci dobbiamo misurare e questa è la realtà che vede come risposta da parte del Governo litigi, lo ripeto, di carattere ideologico, che incidono sulla pelle di tutti quanti.
In queste condizioni, signor Presidente, non solo i suicidi raddoppiano, ma abbiamo visto che aumentano le evasioni, aumentano gli atti di autolesionismo, aumentano anche le aggressioni nei confronti della Polizia penitenziaria.
In un mondo che consente il 100 per cento, se si è compressi con una popolazione del 130 per cento, qualunque tipo di attività all'interno del carcere - a prescindere dai suicidi, se si può prescindere dai suicidi - rischia di diventare vana, rischia di non corrispondere a quello che ci chiede la Costituzione, ossia la rieducazione del detenuto, che deve andare in galera, certo per essere punito, ma anche per essere reinserito in società. E qual è il trattamento che si può realizzare in carcere dove c'è un sovraffollamento al 220 per cento e spesso e volentieri le persone non hanno nemmeno la possibilità di esercitare fino in fondo il diritto all'ora d'aria di cui hanno bisogno? E parlo dei detenuti, parlo della Polizia penitenziaria sotto organico, parlo degli educatori che dovrebbero andare in giro per le carceri a cercare di collaborare perché il precetto costituzionale venga garantito.
Ecco, come si fa, di fronte a tutto questo a chiedere un ulteriore rinvio? Siamo di fronte a un'emergenza - e continuo a ripeterlo – e, di fronte a questa emergenza, voi state deliberatamente mandando in fumo - senza metterci la faccia - l'unica proposta in grado di intervenire concretamente per rallentare questo, che è un processo e che ci porterà entro la fine dell'anno a raggiungere i livelli che portarono alla condanna della CEDU.
C'è un decreto fantasma, Presidente, che aleggia. Il Ministro Nordio ogni giorno fa un'intervista e poi arriva il Sottosegretario di turno e dice “No no no, rinviamo di una settimana perché ci dobbiamo mettere un po'di colla, ci dobbiamo mettere un po' di patate, un po' di qualcosa” e via dicendo. Il decreto Nordio è il decreto fantasma, che è molto prossimo al titolare del decreto, che ormai è un ex Nordio, per quanto mi riguarda. Io me lo ricordo com'era il Ministro Nordio quando non era Ministro, adesso che è Ministro non mi ricordo più chi è Nordio e come è Nordio, ma la realtà è quello che diceva anche a proposito di questi temi.
E aleggia un decreto che, per carità, noi, se il Governo facesse un decreto che ha il carattere di urgenza, saremmo felicissimi se effettivamente quel decreto, al suo interno… e non lo sappiamo, perché stiamo leggendo sui giornali, come spesso accade, notizie, anticipazioni, ma noi non sappiamo effettivamente cosa sarà quel decreto; abbiamo sentito però e tutto quello che è stato messo dentro quel decreto serve semplicemente per dare una “risposta” al dramma che si consuma ormai quotidianamente quando ci sta qualche suicidio - perché poi di questo ci si occupa o non ci si occupa - senza dare alcuna soluzione reale per intervenire sulle cause che hanno portato e che portano le carceri a questo punto. Perché quando sento il Ministro Nordio che parla della costruzione di nuovi padiglioni - l'ho sentito anche dire dal Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, ma devo dire che, per correttezza, evito di raccontare quello che mi ha detto, in tutto questo percorso,, il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, a proposito di serietà, dei comportamenti, delle decisioni, del far corrispondere le parole ai fatti, ai comportamenti, lo trascuro – però, anche il Sottosegretario Delmastro ci ha spiegato che questi padiglioni consentiranno un sacco di posti, eccetera, eccetera.
Spiegate al Ministro Nordio e al Sottosegretario Delmastro Delle Vedove che, a parte il fatto che per costruire dei padiglioni ci vuole un certo numero di anni, che se vogliamo provare a renderne agibili alcuni ci vuole un certo numero di mesi, e poi c'è un piccolo particolare: che se le cose non fossero fatte con i piedi e in modo vergognosamente, diciamo, leggero, poi questi padiglioni, signor Presidente della Camera, signor Sottosegretario Sisto, colleghi parlamentari, hanno bisogno di personale. E se noi stiamo già con un personale ridotto… lo sapete che a Rebibbia - me l'ha detto Sergio D'Elia, di Nessuno Tocchi Caino, che ha fatto una visita l'altro giorno a Rebibbia -, su 1.700 detenuti, ci sarebbe bisogno di 700 agenti di custodia per avere una situazione normale. Lo sa, signor Presidente, quanti sono gli agenti di custodia a Rebibbia? Sono 400, cioè stiamo quasi alla metà del personale che sarebbe necessario per gestire un carcere come quello di Rebibbia. E noi apriamo nuovi padiglioni. E chi ci va? E non parlo della Polizia penitenziaria, parlo degli educatori, parlo degli psicologi, parlo della sanità, parlo di tutto quello che ciò comporta. Ma di cosa stanno parlando? Di una cosa che potrebbe scattare tra cinque anni, che non risolve minimamente questo problema e che non è una soluzione. Almeno ha smesso di parlarci delle caserme, perché era partito con il filone sulle caserme e se ne è reso conto lui stesso o, forse, qualcuno che ci capisce più di lui gli ha detto: “Guardi, Ministro, non parli delle caserme, perché è una cosa che non ha molto senso”. Per le stesse ragioni: per ristrutturarle, il tempo che ci vuole, i soldi, il personale, chi ci va nelle caserme? Adesso smettono con le caserme e siamo passati ai padiglioni. E sappiamo perfettamente che anche questa è una presa in giro, una cosa che guarda a distanza di anni, che non risolve il problema che abbiamo tutti noi, non solo l'opposizione, tutti noi abbiamo il problema di quello che sta accadendo nelle carceri.
La nostra proposta qualcuno ha subdolamente voluto definirla un indulto; io penso che questa legge che noi abbiamo proposto non sia la soluzione dei problemi. La soluzione dei problemi sarebbe assolutamente un'amnistia e un indulto, che sarebbe una soluzione dei problemi per il carcere, sarebbe una soluzione dei problemi per la giustizia in generale; è una battaglia sulla quale fatemi ricordare le camere penali, impegnate in questa battaglia contro il sovraffollamento carcerario: in tante occasioni hanno spiegato che quella è la riforma madre; ma non si farà perché è inutile, non abbiamo tempo da perdere su questo.
Ma la nostra legge non è un indulto, la nostra legge interviene su una legge già esistente, che ha una sua filosofia e che dice: caro detenuto, hai sbagliato, ma siccome la Costituzione mi dice che io debbo portarti a correggere i tuoi comportamenti e metterti in condizione di essere reinserito nella società - questo è il fine della Costituzione - se tu ti comporti bene, io ti do un premio in termini di sconto di pena rispetto alla pena complessiva, in maniera che tu non solo, diciamo, puoi uscire un po' prima, ma sei invogliato a comportarti bene, a non fare rivolte, ad adempiere ai regolamenti del carcere. Cioè stimola, incentiva un comportamento virtuoso, questa norma di legge, che non ho inventato io, che è già legge dello Stato.
Cosa abbiamo detto - e io penso che, se ci fosse ragionevolezza, ma non c'è ragionevolezza, c'è solo ideologia, spicciola anche -, cosa abbiamo detto? Vista la situazione nella quale siamo, aumentiamo questa premialità, quindi non sconvolgiamo nulla, aumentiamo questa premialità portandola da 45 a 60 giorni. Questo avrebbe dato, sì, un contributo immediato - immediato - di deflazione, rispetto alla popolazione carceraria, di delinquenti, di cose, di persone che sono state condannate e che si sono attenute, negli anni, a quel principio di rispetto del regolamento carcerario, che si sono comportate in un determinato modo e che, quindi hanno uno sconto di pena aggiuntivo, che aiuta a deflazionare la situazione nella quale ci troviamo.
Signor Presidente, se non sbaglio, Platone - spero di non fare una citazione sbagliata - diceva che è compito della classe politica educare e formare la coscienza civica dei cittadini. Questo dovrebbe essere il compito della politica, caro Sottosegretario, cari colleghi, e voi, invece, che fate? Fate a gara per sollecitare la parte più incivile delle persone, trasmettendo l'idea che i delinquenti usciranno fuori tutti, che sono i peggiori; vi siete inventati le cose peggiori per cercare di nascondere quella che è una realtà, che è quella che ho cercato di definire nella prima parte del mio intervento.
E poi arriva Nordio che ci spiega, appunto, alcune cose. Oggi o l'altro giorno su Il Giornale è stato pubblicato un revival di determinate cose. Colleghi, quante volte abbiamo sentito: “I detenuti stranieri sono quasi la metà dei detenuti in Italia e una soluzione sarebbe fare in modo che i detenuti stranieri scontassero la loro pena nei loro Paesi di origine”. Bravi, avete scoperto l'acqua calda. Domandatevi: perché, da vent'anni, questa musica va avanti e non si riesce a fare nulla? Perché c'è bisogno che, dall'altra parte, ci sia l'accordo degli Stati, che sono gli Stati dei detenuti che stanno da noi in carcere e via dicendo. Questi protocolli - a parte il fatto che abbiamo visto anche i costi di questa roba - non funzionano e, delle tante cose senza senso che dice il Ministro della Giustizia, questa è esattamente una delle principali. Grazie, sì, lo sappiamo, se mio nonno aveva le ruote era una carriola; va bene, lo abbiamo certificato, grazie, Ministro Nordio, che ce l'ha detto, non si può fare. Allora, ci dice il Ministro Nordio - ho letto anche questo - che i tossicodipendenti non dovrebbero stare in galera. Ma va'? Ma va'? Dovrebbero stare nelle comunità.
E perché questa maggioranza - e devo dire anche tutte le altre precedenti -, perché non correggete la legge Fini-Giovanardi, che è quella che garantisce che le nostre galere siano piene di gente che per reati legati alla tossicodipendenza, finiscono in galera invece che nelle comunità? Stendo un velo pietoso sul tema della psichiatria. Perché, invece di fare questa affermazione, il Ministro Nordio non fa una cosa semplice: fa un decreto o un disegno di legge in cui si dice che è abrogata la legge Fini-Giovanardi? D'emblée, un pezzo di questo problema è risolto.
Macché, a voi interessa risolvere un problema? No, a voi interessa fare le grandi dichiarazioni. Così come il ministro Nordio ci dice: ma davvero nelle nostre galere se non ci fosse quel terzo di persone in attesa di giudizio avremmo già risolto il problema del sovraffollamento. Ma dai, ma davvero? Benissimo, piccolo particolare, spiegate al Ministro Nordio che non dipende da noi se in galera ci stanno un terzo dei detenuti in attesa di giudizio. Provate a spiegarglielo. Così come, sarebbe utile che voi provaste a spiegare al Ministro Nordio perché questo è il pacchetto carcere, questo è il pacchetto carcere che dovrebbe risolvere il problema del sovraffollamento carcerario. Ci spiega Nordio che ci vorrebbero le pene alternative. Premesso che io sono assolutamente d'accordo, anche qui spiegate al magistrato Nordio che le pene alternative non le dà il Parlamento, le danno i giudici. Quindi, è un bell'auspicio, ma con l'auspicio non si risolve il forte sovraffollamento. Però, visto che parliamo di pene alternative, della custodia cautelare, allora, signor Presidente, sarebbe anche interessante che il Ministro Nordio ci spiegasse come pensa di venire incontro a questa esigenza, quando questo è un Governo - non il solo ma più di tutti gli altri ormai - che, invece di garantire che la gente non vada in galera, ogni giorno si inventa un nuovo reato, si inventa un aumento di pena e fa in modo che nelle nostre galere, invece di uscire, la gente entri.
Perché lo sapete, signor Ministro, signor Viceministro, che da quando si è insediato il nuovo Governo, stiamo parlando del 22 ottobre 2023, le persone detenute sono aumentate di 5023 unità? Ricordiamo che, già al momento del suo secondo insediamento il 3 febbraio del 2023, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso ha testualmente detto: “Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza”. Al 31 maggio 2022 i detenuti presenti erano 54.372, in 50.862 posti regolamentari. Monito perfettamente ascoltato quello del Presidente della Repubblica.
Adesso c'è la parte diciamo più interessante, signor Presidente, perché noi facciamo spesso riferimento alla CEDU che potrebbe, come dire, ritornare perché, proseguendo con queste entrate e queste scarse uscite dal carcere, noi ci arriviamo ai numeri che hanno portato alla condanna della CEDU entro la fine dell'anno. Però, che cosa accade, signor Presidente? In realtà, la CEDU ha già fatto quello che doveva fare. Sta accadendo qualcosa che fa sostituire alla CEDU i tribunali perché dal 2018 al 2023, cioè in sei anni, a causa del sovraffollamento – ascolti, signor Viceministro, lei lo saprà ma lo dico agli altri colleghi - 24.301 persone detenute si sono viste riconoscere, non dalla CEDU, dai magistrati di sorveglianza la violazione del loro diritto a non essere sottoposti a trattamenti disumani e degradanti, ottenendo un giorno di sconto di pena ogni dieci trascorsi nelle condizioni suddette. Non è più la CEDU: è l'automatismo dei tribunali di sorveglianza che riconoscono questo. I giudici di sorveglianza certificano che quei 4000 detenuti ogni anno subiscono la violazione di un diritto umano fondamentale, cioè siamo in piena illegalità, certificata dai tribunali italiani, non da Roberto Giachetti, Rita Bernardini e i colleghi dell'opposizione o della maggioranza. I tribunali italiani certificano e lo certificano dando degli sconti di pena, guarda caso. Ricordiamo che i rimedi risarcitori furono introdotti nel nostro ordinamento penitenziario nel 2014 a seguito della condanna dell'Italia da parte della CEDU per sistematica violazione dell'articolo 3 della convenzione. È la sentenza Torreggiani ed altri. La Corte aveva chiesto all'Italia non solo di prevedere risarcimenti ma anche di porre in atto i rimedi preventivi contro il sovraffollamento atti ad impedire il protrarsi della violazione.
E tutto questo non è stato fatto perché se da allora sono riaumentati i detenuti che vivono in condizioni disumane, siamo in flagranza di un reato che stiamo commettendo. In un'assoluta situazione di illegalità rispetto alla quale, quando avete qualche possibilità di intervenire, e oggi dovete rispondere voi perché al Governo ci siete voi, scappate. Preferite che questo lavoro, più o meno sporco tra virgolette, lo facciano i tribunali per non farlo voi. Ma sapete che è necessario e indispensabile perché arriva l'estate e, per quello che abbiamo vissuto fino adesso, nei prossimi mesi diventerà drammatico.
E non solo per i suicidi dei detenuti, ci sono i suicidi degli agenti della Polizia penitenziaria, ci sono le situazioni disastrose di vita animale dentro le carceri, non degne di un Paese civile, così come il Presidente della Repubblica ha chiesto anche nel suo intervento. A questo voi state accedendo, nascondete la testa per non risolvere le vostre beghe interne. Certo, la battaglia ideologica l'ha vinta il collega Ostellari, onorevole Sisto. Su questo non c'è dubbio perché non c'è dubbio che Forza Italia qualcosa ha tentato di fare, poi ovviamente di fronte ai ricatti di quello e quell'altro, certe volte sembra di avere a che fare con le tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”, i tre Sottosegretari alla Giustizia…
Ora c'è l'iniziativa dell'onorevole Bernardini. È un'iniziativa non violenta che chiede molto semplicemente che il nostro Stato rientri nella legalità costituzionale italiana e convenzionale europea. Satyagraha, dice Bernardini, vuol dire forza della verità. A me, dice Bernardini, e, la prego signor Sottosegretario, prenda in considerazione almeno questo perché stiamo parlando di una persona che ha dedicato la sua vita alle carceri e che sicuramente mette a repentaglio anche la propria vita per continuare a portare avanti con coerenza una battaglia, che sia una conquista non per se stessa ma per la civiltà di questo Paese. E dice: a me basterebbe che la maggioranza riconoscesse che c'è una violazione dei diritti umani fondamentali e si assumesse la responsabilità di un comportamento che lo Stato continua a reiterare. Per me sarebbe già una risposta sufficiente almeno per interrompere lo sciopero della sete.
Le istanze accolte nel 2018 sono state 3115; nel 2019, stiamo parlando dei tribunali di sorveglianza che hanno dato il risarcimento alle persone riconosciute di trattamenti disumani e degradanti, nel 2020 sono state 3382; nel 2021, 4212; nel 2022, 4514; nel 2023, 4731. Sono tutte persone che, per ragione del trattamento disumano e degradante, hanno avuto uno sconto di pena. Fatto da chi? Dai tribunali, ma cambia qualcosa rispetto al vostro problema della gente che esce dal carcere? E allora, non avrebbe più senso che il legislatore, invece di scappare ogni volta di fronte alle decisioni, si assumesse la responsabilità di un intervento in questo senso?
Presidente, ho finito anche perché non voglio rubare troppo lo spazio agli altri colleghi. Io penso che se le cose… Io mi auguro di no, mi auguro francamente di sbagliare, mi auguro che la responsabilità, in particolare all'interno della maggioranza dell'unica forza politica che, obiettivamente non posso che riconoscerlo, ha cercato di arrivare a una soluzione, poi ci sono sempre ovviamente le soluzioni di compromesso - ci mancherebbe, Presidente, non siamo dei talebani -, io mi auguro che ci sia lo spazio perché effettivamente, all'interno della maggioranza, Forza Italia riesca a imporsi e - ho finito, Presidente - e a garantire che questa occasione non sia persa. Se così non fosse, io voglio che rimanga agli atti della Camera dei deputati che tutto quello che succederà nelle prossime settimane, ripeto con i mesi estivi e con tutto il dramma che si moltiplica e che rischia di portare all'esplosione di questa situazione, questa volta questo è tutto in mano alla maggioranza e anche all'ipocrisia, la superficialità e anche un pizzico di cattiveria gli dovrebbe garantire civiltà a questo Paese, e invece la nega (Applausi dei deputati Pittalis e Calderone).