La contendibilità della Toscana
Il giorno dopo, si leggono cose strane sulla sfida Giani-Ceccardi. Ma i flussi dei voti a Firenze e Livorno aiutano a far chiarezza
Leggo cose strane sulla Toscana, che improvvisamente – ma curiosamente solo dopo il risultato del vincitore Eugenio Giani, facile eh? – non era più contendibile. Come si possa sostenere una cosa del genere, mi pare fantascienza (ben oltre tic ideologici e propaganda).
Il Pd, consapevole di poter perdere, ha mobilitato elettorato e organizzazioni; la segreteria nazionale era seriamente preoccupata; in via Forlanini, sede del Pd toscano, era stata organizzata settimane prima del voto una riunione in modalità gabinetto di guerra dopo la pubblicazione di un’indagine demoscopica firmata da Roberto D’Alimonte sul Cise.
Tutte cose che hanno evidentemente funzionato, perché le campagne elettorali è così che si fanno.
Per capirlo, basta vedere l’analisi dei flussi in due città, Firenze e Livorno, fatta dall’ottimo Marco Valbruzzi dell’Istituto Cattaneo.
A Firenze, 21 elettori di Forza Italia su 100 hanno votato per Eugenio Giani; addirittura 45 elettori del M5s su 100 hanno votato per Giani e solo 33 per la loro candidata Irene Galletti. A Livorno, città che ha fatto in tempo a diventare grillina per un lustro, 33 elettori del M5s su 100 hanno votato per Giani e 39 per Galletti.
Se non era contendibile questa Regione, quale altra?