Donald Trump aveva detto di volersi prendere due settimane per decidere che cosa fare sull’eventuale attacco all’Iran. Stava evidentemente bluffando. I più scontenti adesso sono quelli che hanno votato l’attuale presidente degli Stati Uniti convinti che avrebbe portato la pace nel mondo e che Trump avrebbe fatto virare la politica estera americana verso un robusto isolazionismo. Insomma, la base del movimento MAGA ora potrebbe sentirsi come a suo tempo quella dei NO EURO, che nel 2018 avevano fatto votare la Lega sperando di uscire dalla moneta unica (e invece no).
Tucker Carlson, popolare anchorman ex FOX, e Steve Bannon, già stratega di Trump durante durante il primo mandato presidenziale, hanno passato giorni a dire che “un altro Iraq” sarebbe stato un errore per gli Stati Uniti. Ma Trump, come in molti casi, se n’è fregato delle pressioni arrivate dall’universo MAGA. In fondo, che cosa gliene importa se qualche sciroccato si adonta per i suoi cambi di opinione?
Prima o poi Trump delude tutti. Per questo forse diventa persino inutile rinfacciargli tutte le sue sortite, promesse, affermazioni tonitruanti sulle quali ha cambiato idea. Trump sarebbe capace — è capace — di dire tutto e il suo contrario. Questa d’altronde è l’epoca dei fatti alternativi; un fatto — anche il più acclarato, stabile e definitivo — non ha un unico valore di verità, secondo la mentalità trumpiana.
Non sto dicendo che non ci sia spazio per l’interpretazione dei fatti (i miei amici filosofi mi rincorrerebbero con il forcone), evento che si verifica banalmente in qualsiasi aula di tribunale; ma Trump e le sue amministrazioni ci hanno abituati alla costruzione di mondi paralleli, alternativi, in cui una verità vale l’altra. Non è un’invenzione di Trump, che ha semplicemente — si fa per dire — sfruttato ciò che, negli Stati Uniti, la polarizzazione dello scontro e la sfiducia nell’informazione e nella politica tradizionale avevano già prodotto: uno scetticismo radicale nei confronti delle istituzioni.
La fiducia d’altronde è, insieme ai frame, alle cornici di interpretazione, ciò che ci permette di uscire di casa senza dover ogni volta ricominciare daccapo con la conoscenza del mondo.
Con Trump, invece, rischiamo ogni volta, quotidianamente, di dover riapprendere i meccanismi di fiducia nei confronti di ciò che pensavamo fosse vero. E qui sta il grosso problema. Stavolta però anche per gli alfieri del movimento MAGA, a loro volta alle prese con i fatti alternativi del caro leader Donald Trump.