Il 23 e 24 febbraio si svolgerà a Roma il congresso di Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi e oggi guidato da Antonio Tajani, ministro degli Esteri del governo Meloni, punta al 10 per cento alle elezioni europee, ma fatica a ritrovare sé stesso dopo la scomparsa del Cav. Vaso di coccio tra i sovranisti neo-populisti di Matteo Salvini e i conservatori europei di Giorgia Meloni, i liberali di Forza Italia non hanno ancora capito bene come riuscire a non farsi schiacciare dal “nuovo” assetto del destra-centro. Non è soltanto un problema di leadership, che pure c’è, ma anche di offerta politica. Si fa fatica a capire un partito che difende la proroga del Superbonus e si astiene sul Mes, con l’obiettivo dichiarato di mostrarsi responsabili agli occhi dei vertici europei senza rompere con gli alleati di governo. Il risultato è che Forza Italia sembra voler ricoprire troppi ruoli nella commedia politica: una ambiguità che gli elettori potrebbero punire a giugno, quando ci saranno le elezioni europee.
Il vuoto politico lasciato da Berlusconi è oggettivamente incolmabile. Forza Italia è rimasta con i debiti, la famiglia pensa (giustamente) ai propri interessi e alle proprie aziende, rimarcando un fatto evidente a tutti: la politica era la passione di Silvio Berlusconi, non di tutta la sua famiglia, che invece privilegia gli aspetti imprenditoriali del berlusconismo.
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