Gli stracci nell'ex Terzo Polo
L’ex Terzo Polo ha non pochi problemi. Alle elezioni (politiche, regionali, amministrative) non brilla. E in più è uno scazzo continuo. Matteo Renzi ha preso di punta Carlo Calenda. I corsivi sul Riformista, la campagna acquisti ai danni di Azione… Tutto torna. Oggi Naike Gruppioni, deputata e membro della direzione nazionale di Azione, è passata a Italia Viva. “All’autorità che ha manifestato Carlo Calenda preferisco l’autorevolezza di Matteo Renzi, che anche quando ha fatto dei passi indietro ha sempre messo al centro il progetto. Ed è Renzi la risorsa indispensabile per la riuscita di un centro riformista e liberal–democratico”, ha detto la deputata eletta con Azione nel settembre scorso.
“Ogni scelta è legittima e rispettabile. Mi permetto solo di notare che, per rispetto alla comunità che l’ha eletta sei mesi fa quasi senza conoscerla, una comunicazione preventiva sarebbe stata più elegante. Ma immagino che l’uscita a sorpresa fosse parte dell’accordo di ingaggio”, risponde Calenda, comprensibilmente adontato: “Questa vicenda, altrimenti irrilevante, spiega bene la distanza nei comportamenti con Matteo Renzi. Mentre noi eravamo impegnati in giro per l’Italia a sostenere le liste, spesso fatte insieme, per le amministrative, lui era in questa faccende affaccendato”.
Sempre oggi a Firenze Franco Baccani, segretario cittadino di Azione, ha lasciato il partito di Calenda e ha aderito a Italia Viva, dicendosi deluso: “Fin dalla mia candidatura alle elezioni politiche dello scorso anno ho lavorato e mi sono impegnato per il partito unico del Terzo Polo anche sul territorio fiorentino. Ho vissuto con convinzione e passione l’impegno in Azione, in cui ho creduto molto. Ma adesso non capisco e non mi ritrovo più nella linea del partito”. E poi c’è Giulia Pigoni, consigliera regionale e fino a ieri segretaria regionale di Azione in Emilia Romagna. Anche lei ha lasciato il partito di Calenda per quello di Renzi. “Ho visto purtroppo un partito sempre più chiuso su sé stesso, votato all’isolazionismo, arrovellato in controversie interne e di posizionamento che trovo stucchevoli, oltre che inutili”, ha detto Pigoni. “Abbiamo fatto saltare tutti i tavoli ai quali ci siamo seduti, tutte le alleanze e gli accordi che avevamo impostato. Ultima riprova: quando in Assemblea regionale il nostro capogruppo alla Camera ha dichiarato la volontà di presentarci da soli alle prossime elezioni europee e che il dialogo con le altre forze politiche riformiste è una “strada morta”. Ecco, questa non è la mia modalità di fare politica. Credo da sempre che, anche partendo da posizioni distanti, il compromesso sia un valore”.
Ho l’impressione che ci saranno altri addii.
Stamani sono stato ospite di Gaia Tortora, che ringrazio, su La7. Per rivedere la puntata, qui c’è il link.
Quale Pd può essere pre-ordinato qui. Esce il 2 giugno.