Biden dice che si ricandida perché c'è Trump

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è lasciato sfuggire, a una cena di finanziatori, martedì sera, che se Donald Trump non si fosse candidato, beh, lui sarebbe stato incerto se ripresentarsi o meno alle elezioni presidenziali del 2024. “He is running and I just have to run”, ha poi detto ai cronisti fuori dalla Casa Bianca. Biden dice che con Trump in campo la democrazia “è più a rischio nel 2024”. Insomma “non possiamo lasciarlo vincere”. Non c’è mai stata una iniziale certezza su un secondo mandato di Biden, che da poco ha compiuto 81 anni. A un certo punto però qualcosa è cambiato, verso lo scorso aprile. “È ora di finire il lavoro”, ha detto.

Ma che cos’è successo? È successo… Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti, che non si presenta ai dibattiti televisivi dei Repubblicani per individuare il candidato presidente del Grand Old Party (non ne ha bisogno, surclassa già nei sondaggi qualsiasi avversario), ha concrete possibilità di vincere le elezioni presidenziali. Dunque è questa la vera ragione del ripensamento di Biden, che sembrava intenzionato - vista anche l’età - a fare un solo mandato alla Casa Bianca. I giornali americani in queste ore raccontano lo shock della sortita di Biden, che ha sorpreso tutti.

Biden era convinto che con l’addio di Trump alla Casa Bianca i Repubblicani sarebbero cambiati. Lo disse, infatti, nel 2019, spiegando di attendersi un momento di autocoscienza acuta tra molti dei suoi amici Repubblicani. L’autocoscienza però non c’è stata, il GOP è stato egemonizzato culturalmente da Trump e dai suoi amici. Chi non lo amava (detestava?), come J.D. Vance, autore di un memorabile saggio-memoir dal titolo Hillbilly Elegy, è stato eletto in Senato proprio grazie al sostegno di Trump.

Chris Cillizza

nella sua newsletter su Substack ha spiegato che è “facile focalizzarsi sui numeri mediocri di approvazione del lavoro di Biden e sulle preoccupazioni dell’elettorato riguardo alla sua età. Ma penso che qualsiasi altro Democrat al posto di Biden avrebbe un numero analogo di problemi (per quanto diversi)”. Cillizza invita a prendere come esempio Kamala Harris, la sua vicepresidente. I suoi numeri sono disastrosi. Sono stati fatti due sondaggi sulla possibile sfida Harris-Trump. In uno, Trump è avanti di 12 punti. In un altro, di 5. Il tasso di approvazione di Harris, stando a un sondaggio NBC News dell’estate scorsa, è del 32 per cento.

C’è da dire però che Biden ha una specificità. Il problema non è tanto l’età, se vogliamo. Intendiamoci, per gli americani è effettivamente un problema. Secondo un recente sondaggio del New York Times, il 71 per cento degli intervistati pensa che Biden sia “troppo vecchio” per essere un presidente efficace, un’opinione largamente condivisa anche dall’elettorato democratico, visto che anche il 54 per cento dei sostenitori di Biden pensa che sia troppo vecchio. Solo il 19 per cento dei sostenitori di Trump pensa che l’ex presidente degli Stati Uniti sia troppo vecchio e solo il 39 per cento di tutto l’elettorato ritiene che lo sia. Il 62 per cento degli elettori americani pensa che Biden non abbia l’acutezza mentale per essere efficace. Giova tuttavia ricordare che alla stessa età, nel 1957, Konrad Adenauer rivinceva le elezioni e avviava il suo terzo governo della Germania Ovest.

Il problema tuttavia è convincere gli elettori: se uno sta bene, perché non dovrebbe governare un Paese, ancorché anziano? Gli americani però mi pare abbiano un altro problema con Biden, forse più grosso: la cosiddetta Bidenomics. L’ultimo sondaggio del New York Times e del Siena College sugli “swing states” - quelli in bilico - dice che Trump avrà buone probabilità di battere Biden in cinque stati su sei. “Il programma della Bidenomics punta a revitalizzare economicamente le antiche regioni dell’industria pesante, oggi quasi del tutto dismessa, ma gli stati della cosiddetta ‘cintura della ruggine’ oggi in realtà propendono per Trump”, ha osservato Wolfgang Münchau sul Corriere della Sera. Partirei da qui per capire che cosa potrebbe succedere l’anno prossimo.